La questione del Parco del Matese è stato il tema dell’incontro indetto a Palazzo D’Aimmo tra i rappresentanti di Legambiente ed i consiglieri regionali, su richiesta dell’associazione. Durante la riunione è stata ripercorsa la vicenda burocratica cominciata 30 anni fa verso l’istituzione di un’area protetta sull’area montuosa tra Molise e Campania, e che il mese scorso ha visto la Regione impegnata in un vertice a Roma nella sede del Ministero dell’Ambiente.
Tra gli argomenti affrontati nell’incontro a Campobasso, anche il problema della fake news diffuse in merito ad una possibile ripercussione economica sulle aziende della zona, dopo l’istituzione del Parco. Un timore smentito dagli ambientalisti, che hanno ritenuto necessario fare chiarezza proprio sul regolamento che riguarda la pratica delle attività lavorative nelle aree protette. In merito a questo, hanno affermato: “le oltre 300mila imprese censite nelle aree protette italiane hanno potuto sfruttare tutti i vantaggi offerti da un ambiente sano e dalle opportunità finanziarie garantite.” Per quanto riguarda infatti le attività legate al settore primario, quali allevamento, agricoltura, attività boschiva, e raccolta funghi e tartufi, le normative continueranno ad essere le stesse valide su tutto il territorio nazionale, con le specificità stabilite dalla Regione e dai singoli Comuni, ma senza aggiunta di ulteriori limitazioni. Le aziende avrebbero anzi maggiori tutele da parte delle istituzioni, anche dal punto di vista economico, proprio perché collocate all’interno del parco, ed avrebbero la possibilità di richiedere l’inserimento, sui prodotti, del marchio di qualità. Nessuna limitazione anche per quanto riguarda l’escursionismo e il campeggio, purché praticati nel rispetto del patrimonio naturale.
Tra le pratiche effettivamente vietate senza eccezioni, ci sarebbero invece la caccia e lo sfruttamento di risorse minerarie.
Nell’ambito dell’urbanistica, i rappresentanti di Legambiente hanno rimarcato che i piani già vigenti non subiranno variazioni, ma servirà l’autorizzazione del Parco per quelli che saranno attuati dopo l’istituzione dell’Ente, ed anche per gli interventi che richiederebbero una decisiva trasformazione del territorio, quali ad esempio, l’installazione di impianti per la produzione di energia eolica.