Numerose le colpe della Grande Distribuzione Organizzata

Scorrendo i dati, forniti dall’Autorità garante della concorrenza, facendo due conti ci possiamo accorgere che la Grande Distribuzione Organizzata tratta nel nostro Paese il 72% degli interi acquisti alimentari, dove davvero poche aziende governano il settore, producendo, se si può dire così, alcune condizioni non propriamente corrette, perché di fatto saturano il mercato della distribuzione e occupano una posizione dominante nei confronti degli altri settori del comparto, l’industria di trasformazione e l’agricoltura, che è il settore che produce le materie prime.

Questo dominio di fatto procura grossi profitti economici, che provengono in pratica dalla imposizione dei costi, attraverso il comando vero e proprio ai produttori di fornire la merce con forti sconti al di fuori dei contratti, sconti decisi soltanto da loro, dalle direzioni aziendali delle catene distributive, sconti, promozioni e contributi che arrivano dalla garanzia dei posizionamenti sugli scaffali e/o per l’apertura di nuovi punti vendita.

Una questione che si trascina da anni e che è stata denunciata più volte dalle numerose associazioni a tutela dei consumatori, ma anche quelle ambientali e sociali, oltre ad alcune organizzazioni sindacali di categoria.

Tutti insieme lo scorso anno hanno dato vita ad una campagna, soprattutto indirizzata ad un’altra tra le pratiche più incisive e discutibili, quella dell’asta on line al doppio ribasso, utilizzata da alcune note aziende della grande Distribuzione, che consiste nell’assegnare il contratto di fornitura a quell’azienda che offre il prezzo più favorevole, dunque inferiore, dopo due gare di risposta, dove accade che il prezzo di base della seconda gara è quello più basso venuto fuori dalla prima gara d’asta.

Una pratica che dire scorretta e deleteria per l’industria di trasformazione è dire troppo poco, naturalmente la cosa si ripercuote sulle aziende agricole, che sono costrette a spuntare prezzi sempre più bassi per le loro produzioni.

Le associazioni ed i sindacati avevano ottenuto, dalla campagna, un protocollo d’intesa, sottoscritto dal Ministero delle Politiche agricole e forestali dalla Federdistribuzione e da Conad, contro l’uso del doppio ribasso e per una maggiore trasparenza di filiera, un documento che impegnava la Grande distribuzione a cancellare questa pratica di acquisto, però bisogna dire che, soprattutto alcune catene di discount non hanno accettato tale impegno, continuando a muoversi nello stesso modo sleale e problematico sull’intera filiera produttiva.

Le conseguenze sono davvero negative, perché tutto questo implica una sorta di gioco di azzardo, dove i fornitori diventano protagonisti di un brutto film, perché giocano in un gioco dove loro non vincono mai, ma anzi nel tempo diventano sempre più poveri e sempre più prigionieri di un sovrano che li fa succubi e pronti, per la sola sopravvivenza, ad accettare ogni sfruttamento.

Comments are closed.