Gasdotto Larino-Chieti: aumentano i contrari all’opera. RC Termoli: “gravi rischi per il territorio”

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato il 25 giugno il decreto che ha autorizzato la realizzazione del gasdotto Larino-Chieti, opera da più parti contestata per l’impatto devastante che avrebbe sul territorio e sul paesaggio. Il gasdotto attraverserà il litorale abruzzese e molisano per complessivi 111 chilometri e interesserà, in provincia di Campobasso, i comuni di Guglionesi, Montecilfone, Montenero, Palata e Larino.

L’opera, per espressa ammissione della società proponente Gasdotti Italia, collegherà i pozzi di estrazione e di stoccaggio esistenti. Per la sistemazione dei tubi saranno necessari sbancamenti di grandi dimensioni. “Una vasta area di terreno coltivato a uliveti e vigneti – secondo le associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, che si sono dichiarate da subito contrarie al progetto – andrà perduta mentre Molise e Abruzzo sono destinati a diventare un distretto minerario  per i paesi del Nord Europa, senza che ciò porterà alcun reale beneficio per i consumi interni, fatta eccezioni per i profitti che finiranno in capo alle grandi multinazionali del settore energetico.

Contro la realizzazione dell’opera, definita dal governo di pubblica utilità, ha espresso il suo dissenso anche il partito della Rifondazione Comunista di Termoli che, per voce della segretaria del circolo Leda Di Santo, ha giudicato la strategia economica dell’attuale governo nazionale in netta continuità con quella del PD, che ha portato all’approvazione del decreto Sblocca Italia. “In barba ai rischi sismici e idrogeologici  – denuncia Rifondazione Comunista – l’opera conferma l’assoggettamento dell’Italia ai grandi gruppi europei di potere. Per questo il partito conclude lanciando un appello alle forze politiche, sociali e sindacali ad esprimersi e mobilitarsi contro l’ennesimo tentativo di aggressione al territorio.

Dav.Vit. 

 

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