Ripulire le spiagge anche d’inverno per salvaguardare l’ambiente.

Le spiagge sono spesso luoghi dimenticati dopo la stagione estiva, a cui facciamo caso distrattamente da lontano quando visitiamo una città che affaccia sul mare durante l’inverno.

Ma anche quando le temperature non permettono la balneazione le spiagge sono territori da custodire e rigenerare, soprattutto negli ultimi tempi, dato il costante aumento dei rifiuti che ogni giorno l’acqua riversa lungo le coste, simbolo  di un insensato modello produttivo che ogni giorno rischia di compromettere sempre più il nostro ecosistema.

Proprio con questo spirito di rigenerazione continua si sono riuniti sul lungomare nord di Termoli i volontari di Fare Verde, associazione ecologista attiva da oltre 30 anni, con l’obiettivo di ripulire le spiagge del litorale molisano.

Lo slogan scelto dall’associazione per quest’ultima edizione è  “C’è un mare di plastica di cui possiamo fare a meno”, un messaggio chiaro che evidenzia non solo la necessità di richiamare all’attenzione i cittadini sulla tematica dell’inquinamento della plastica, ma anche un evidente aggravarsi della situazione.

Nelle ultime edizioni infatti – fanno sapere i volontari ecologisti – abbiamo assistito ad una crescita esponenziale della plastica tra i rifiuti raccolti, effetto dell’uso smodato, e quasi sempre evitabile, di versioni “usa e getta” per ogni tipologia di articolo di utilizzo quotidiano.

Cosi, armati di buste della spazzatura, guanti e tanta buona volontà i ragazzi di Fare Verde hanno dato vita ad un fenomeno di cittadinanza attiva che vuole essere un gesto concreto per mostrare gli effetti del nostro sistema economico sull’ambiente.

Ma ripulire le spiagge, nonostante sia un gesto di civiltà e dimostranza encomiabile, di certo non basta a risolvere la situazione, la vera sfida risiede nella necessità di dover trovare un nuovo modello produttivo in grado di riuscire a vivere in simbiosi con l’ambiente ma essere allo stesso tempo sostenibile dal punto di vista economico e rispettoso della persona umana.

Un equilibrio di certo non semplice da trovare che alcuni esperti del settore settore economico vicini alle tematiche ambientali sembrano aver individuato nell’ “economia circolare”, un modello pensato per potersi rigenerare da solo evitando gli sprechi dove la materia prima utilizzata per la produzione di beni viene rivalorizzata donandole nuova vita.

Un punto di partenza importante che però non può prescindere da un cambio totale di paradigma anche dal punto di vista culturale e sociale, dove i cittadini svolgono un ruolo fondamentale senz’altro grazie alle buone pratiche di cittadinanza attiva, ma anche grazie ad una buona e sana autocritica che ci consenta di comprendere quando i nostri comportamenti e i nostri sprechi siano dannosi all’ecosistema e correggerli.

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