Continua l’attenzione per la qualità delle paste alimentari in Italia

La questione è stata al centro di un dibattito per tanto tempo e ci sembra pertinente tornarci, per vedere se nel tempo c’è stato qualche cambiamento.

Riguarda essenzialmente le paste alimentari, l’uso delle materie prime per la loro produzione, l’eventuale contaminazione con sostanze nocive per la salute delle persone e la possibile responsabilità delle industrie pastaie italiane.

Dobbiamo subito dire che un certo cambiamento c’è stato e riguarda essenzialmente l’approvvigionamento del grano duro.

Questo negli ultimi anni veniva acquistato, in grande quantità, dal Canada e dagli stati uniti, un prodotto che conteneva molto glifosato, che è un diserbante molto potente, e davvero moltissime microtossine, il famigerato “Don”, chiamato anche “vomitossina”, un nome che è tutto un programma di danni, provocati soprattutto ai bambini.

La pressione dei consumatori ha in parte risolto il problema, le industrie hanno fatto scelte più oculate e il grano duro proviene da altri luoghi.

Però l’attenzione è e deve essere ancota tanta, per il semplice fatto che non tutte le paste in vendita in Italia mostrano una situazione di tutela, tale da poter affermare, senza ombra di dubbio, che si è al cospetto di un’ottimo prodotto, giammai nocivo per la salute di tutti.

Dai test, che spesso e volentieri sono commissionati dalle riviste specializzate, vien fuori la realtà di paste che mostrano nei limiti di legge i contenuti sia di glifosato, che di microtossine, con un sicuro problema, quello di trovarvi una sorta di cocktail di insetticidi, i quali presi singolarmente mostrano quantità che rientrano nei limiti delle norme, ma se usati insieme sforano e di molto le quantità possibili e assolutamente da non superare.

Un insieme di problemi che pongono l’esigenza, in verità richiesta da tempo dalle associazioni dei consumatori e dall’intera opinione pubblica, di poter ottenere, sui singoli pacchi di pasta, delle etichette più trasparenti, dove si possono trovare davvero tutte le sostanze presenti nel prodotto, ma anche il divieto assoluto del glifosato nelle produzioni del grano e dunque studi sempre più appropriati a creare meno impatti devastanti nei livelli di coltivazione delle materie prime.

Una questione che deve da subito anche limitare l’insieme dell’uso delle sostanze insetticide, sostanze che se usate insieme non solo superano i limiti consentiti, ma diventano una sosta di bomba estremamente nociva alla salute di ogni individuo.

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