Necessario l’intervento del Presidente Toma per la soluzione dei contenziosi di Rio Vivo a Termoli

Una questione di contenziosi, che dura da anni e che non ha mai portato ad una vera e concreta definizione.

Parliamo della zona di Termoli di Rio Vivo, dove vivono migliaia di persone, che rischiano di dover sborsare ingenti somme di denaro e anche di perdere la casa, se solo i Ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture non interverranno presso l’Agenzia del Demanio.

Bisogna che essa receda da alcune infondate ragioni, ponendo così fine ad un contenzioso costruito su errate interpretazioni legislative, che dura ormai da troppi anni.

La vicenda è abbastanza lunga e complessa, esistono numerose azioni giudiziarie, inizialmente promosse dall’Avvocatura dello Stato nel 1981, che rivendicavano allo Stato parte della zona in qualità di demanio marittimo dai numerosi abitanti che, nel frattempo e con un piano regolatore comunale approvato dall’allora Ministero dei Lavori Pubblici, avevano costruito un intero quartiere cittadino di circa, ormai, 1000 abitanti. I privati si opposero alle pretese statali sulla zona eccependo l’intervenuta usucapione.

Nel corso degli anni, però, le rivendicazioni crescono e arrivano centinaia di giudizi, presso la Corte d’Appello di Campobasso.

Nel frattempo intervengono alcuni dispositivi legislativi, come quello relativo alla Finanziaria del 2018, che riconosce il territorio in discussione come patrimonio disponibile dello Stato, e quindi possibile di usucapione, applicando anche al Comune di Termoli la stessa legge, la n. 140 del 2004, che aveva dichiarato già per il Comune di Campomarino la stessa natura privatistica di un territorio molto più esteso, per centinaia di ettari, e destinato ormai a residenze turistiche per 80-100 mila abitanti d’estate.

Ma la cosa non si ferma e si passa attraverso altre interpretazioni ed altre decisioni, che portano la vicenda ai giorni nostri, dove esiste ancora il pericolo delle somme enormi da sborsare e della perdita della casa.

Si colloca in questo scenario la proposta di una mozione, sottoscritta dai consiglieri regionali Fanelli, Facciolla, Fontana, Manzo e Romagnuolo, dove si chiede l’intervento del Presidente Toma verso il Ministro dell’Economia, competente per gli atti dell’Agenzia ed il Ministro dei Trasporti, competente per l’amministrazione del demanio marittimo, affinché intervengano sull’Agenzia del Demanio per indurla a recedere dalle sue pretese.

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