La situazione critica che stanno affrontando i poli industriali del gruppo Stellantis di Termoli e di Atessa, tra licenziamenti, cassa integrazione e chiusura di reparti, sembra essere il risultato negativo di un periodo di crisi che sta interessando tutto il settore automobilistico italiano, ma che riguarda più in generale il quadro economico europeo.
Per questa ragione il Presidente di Confimprenditori Stefano Ruvolo ha criticato le recenti scelte politiche dell’Unione, in particolare quelle in materia ambientale, che mirano a favorire il processo di transizione energetica promuovendo l’impiego di veicoli elettrici.
Un processo necessario per contrastare l’inquinamento dovuto alle emissioni, ma che richiede i tempi necessari per adeguare gli stabilimenti alle nuove esigenze produttive. Le ultime misure stabilite dall’Europa, starebbero quindi, secondo il presidente Ruvolo, decisamente penalizzando il mercato italiano: “Le cifre parlano chiaro: – ha spiegato – produzione in crollo, stabilimenti fermi, lavoratori in cassa integrazione o espulsi dal mercato.” Poi, sulla questione dell’elettrico, ha motivato: l’Europa spinge sull’acceleratore di una transizione forzata verso l’elettrico, senza realismo, senza gradualità, senza infrastrutture adeguate.”
In questo contesto si inquadra quindi anche la sua critica alla posizione del governo italiano, che a Bruxelles si prepara a riconfermare la fiducia a Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione Europea, contro cui è stata presentata una mozione di sfiducia, proprio per le sue recenti scelte in materia di politica economica ed ambientale. Su questo, egli ha affermato: “Serve una politica industriale fondata sulla tecnologia, sul pluralismo energetico, sulla salvaguardia dell’occupazione e della sovranità produttiva”.
