Pronti a nuove sfide nel campo delle acque minerali l’azienda Santa Croce

La Corte di appello dell’Aquila ha sospeso nei riguardi della società di acque minerali Santa Croce il decreto ingiuntivo chiesto per rivendicare le spettanze economiche arretrate di 12 dei 75 ex dipendenti dello stabilimento industriale abruzzese di Canistro. I giudici hanno bloccato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Avezzano.

La vertenza si riferisce all’attività nello stabilimento di Canistro andata avanti fino al 2015 quando l’azienda che fa capo all’imprenditore isernino Camillo Colella è stata costretta a licenziare gli operai dopo la revoca da parte della Regione Abruzzo della concessione delle sorgenti Sant’Antonio Sponga, atto impugnato dalla Santa Croce per la mancata proroga concessa invece ad altre società del posto. Con la conseguenza che, dopo gli ammortizzatori sociali, il personale è rimasto senza lavoro.

La Santa Croce ha saldato le spettanze con il personale, eccetto che per 12 operai che hanno percepito il 50 per cento versato dall’azienda. La società che intanto si è aggiudicata la concessione provvisoria delle sorgenti poco più di 2 anni fa, è ora in attesa dell’autorizzazione definitiva dalla Regione Abruzzo.

Siamo fiduciosi di poter chiudere il contenzioso anche con i 12 più fragili rimasti in fabbrica, ma pronti a nuove sfide industriali future alla luce della nuova concessione – ha spiegato l’ingegnere molisano Camillo Colella.

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