Unilever di Pozzilli: ancora una battaglia per salvare il lavoro in Molise

Le riflessioni ad alta voce si susseguono senza sosta, tutte partono dall’esigenza e dalla estrema necessità di mettere mano ad un territorio, quello molisano, che pur osannato da alcuni organi di stampa internazionali e pur esaltato come terra di eccellenze e di grande cultura, sta finendo irrimediabilmente tutti i suoi giorni di apparente serenità.

Parliamo del lavoro che manca, trasportando i giovani, preparati e ben formati, altrove, in altre parti dell’Italia, dell’Europa, del Mondo.

In tutto questo l’ultima vicenda, quella della Unilever di Pozzilli,  preoccupa e non poco.

Leggiamo copioni già letti e rappresentati, segni di disfatta, battaglie perse negli anni, nomi che richiamano le peggiori sconfitte per il popolo molisano, Zuccherificio, Sam/Gam, Ittierre e tante altre piccole e medie e perfino grandi aziende, presenti nel tessuto produttivo del Molise.

Arriva così il turno dell’Unilever, la sua delocalizzazione, forse la chiusura,  arrivano i soliti presidi, necessari ma simbolici di problemi, segnali di disagi, ultimi fuochi a difesa di una disfatta annunciata.

Arrivano così i tentativi, gli Ordini del giorno, gli incontri con le Istituzioni, i tavoli, le sedie, le parole che si sprecano, ed arriva il richiamo ad uno Stato centrale che, nel tempo chiunque lo abbia abitato politicamente, ci è sembrato lontanissimo dal trovare soluzioni ad evitare che il lavoro scivolasse dalla necessità del rilancio verso il mortificante catino dell’assistenza, che di fatto, è come dare un soldino nelle mani di un mendicante.

Siamo arrivati ad un punto di difficoltà enorme, perché ogni giorno registriamo perdite, sul campo di battaglia stanno cadendo i lavoratori, ma anche molti imprenditori, capitani di imprese che non hanno la possibilità di delocalizzare o che trovano percorsi ferraginosi, assai burocratici e spesso poco limpidi, per mettere in pratica le loro ricette produttive in questa terra che continua ad essere invisibile per quasi tutti.

Intanto tra qualche giorno, lunedì 3 febbraio, si siederanno forse tutti attorno al tavolo, convocato dal Presidente Toma.

 

 

 

 

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