Durante il periodo di Natale e Capodanno i festeggiamenti sono caratterizzati da una grande attenzione per la gastronomia. Pranzi abbondanti e cenoni in compagnia di amici e familiari permettono di gustare tantissime buone pietanze, invogliati anche dall’estetica delle tavolate apparecchiate in modo impeccabile. Ma di fronte a tanta abbondanza, è spesso impossibile riuscire a terminare di mangiare tutte le porzioni fino all’ultima portata. E infatti, gli sprechi alimentari, che sono ormai una piaga in tutti i paesi occidentali, inclusa l’Italia, sono ancora più evidenti proprio durante le festività.
Secondo i dati divulgati ogni anno dalle riviste specializzate in tematiche ambientali, in questo periodo dell’anno, tra i festeggiamenti del Natale e del Capodanno, in Italia finiscono nella spazzatura circa 575.000 tonnellate di cibo, per un valore di 9,6 miliardi di euro, che corrispondono in media a 92 euro a famiglia. Solo il cibo gettato nel periodo compreso dal 24 dicembre al 1 gennaio, sta contribuendo all’aumento degli sprechi alimentari del 15% rispetto allo scorso anno. Numeri che devono far riflettere i consumatori e i ristoratori per trovare un equilibrio fra l’esigenza di accogliere adeguatamente gli ospiti o i clienti e quella di non contribuire agli sprechi. Gettare il cibo infatti è una mancanza di rispetto verso chi non ha la possibilità di mangiare a sufficienza tutti i giorni, ma è anche una pratica poco sostenibile dal punto di vista ambientale, dato che la produzione di generi alimentari prevede un impiego di materie prime e dei costi di lavorazione e confezionamento. Tra i consigli degli ambientalisti per cambiare rotta, quello di fare acquisti consapevoli scegliendo prodotti tra quelli che saranno certamente consumati o che possono essere conservati per più tempo, ma anche quella di fare una selezione nella pianificazione del menù, per consentire agli ospiti di terminare tutte le portate.
Secondo l’ultima indagine della Coldiretti, il Molise si trova al Quinto posto nella classifica delle regioni, rientrando quindi tra quelle che sprecano più cibo.