Il Molise pronto ad approdare in Giappone ma non mancano le critiche

Dal 6 al 12 luglio il Molise porterà il suo cuore più autentico all’Esposizione Universale di Osaka, dove sarà rappresentato da una delle sue espressioni culturali più significative: i costumi tradizionali della collezione Scasserra, conservati al Muves – Museo delle Vestimenta.

Curata dall’etnoantropologo Antonio Scasserra, sarà il fulcro della presenza molisana nel padiglione regionale e racconterà al pubblico giapponese – e non solo – la storia, l’eleganza e la simbologia delle antiche vesti popolari. Cinque i costumi selezionati per l’occasione, provenienti dai comuni di Roccamandolfi e Longano in provincia di Isernia, e da Campochiaro, Cercemaggiore e San Polo Matese in provincia di Campobasso. Tessuti, colori e dettagli artigianali parleranno di una tradizione che affonda le radici nel XIX secolo e che oggi rivive grazie all’opera di conservazione e studio.

La partecipazione prevede anche un convegno scientifico dedicato all’evoluzione dell’abbigliamento tradizionale ed un approfondimento intitolato “La vestizione della sposa molisana”, pensato come ponte culturale con l’iconica cerimonia del kimono nuziale giapponese. Una narrazione simbolica dell’identità femminile attraverso due visioni sartoriali lontane, ma accomunate dalla profondità del significato.

Ma mentre si prepara il palcoscenico internazionale, sul fronte interno si alza il tono della critica. A guidare il dissenso è Pasquale Guarracino, segretario generale della UILTuCS Molise, che punta il dito contro l’iniziativa promossa dalla Regione Molise e da Sviluppo Italia Molise. “Che tipo di ritorno concreto ci si aspetta da un evento così distante?” si chiede Guarracino, che giudica sproporzionato l’investimento economico per una “vetrina di prestigio”, ma secondo lui slegata dalla realtà quotidiana del territorio.

Il sindacalista pone interrogativi scomodi: “Quanti turisti in più ha realmente attratto il Molise dopo anni di promozione? E soprattutto, che cosa troveranno se verranno? Strade dissestate, treni insufficienti, nessun aeroporto, nessun porto rilevante. Quale infrastruttura può supportare davvero un rilancio turistico internazionale?”

Il timore espresso è che l’evento di Osaka si trasformi in un’occasione mancata: una narrazione affascinante ma priva di solide basi operative sul territorio, una promozione senza le condizioni per accogliere il possibile flusso turistico generato. E mentre le vestimenta molisane sfilano sotto i riflettori globali, a casa resta l’eco di una domanda ricorrente: può la bellezza, da sola, bastare a rilanciare una terra che non è ancora pronta ad accogliere il mondo?