La chiusura della sede Unimol di Termoli rischia di diventare un caso politico

Da quando la morsa della pandemia è tornata a farsi prepotente su tutto il territorio nazionale e di riflesso in molise, i primi a pagarne le conseguenze, insieme ai commercianti, sono stati sicuramente gli studenti, soprattutto universitari, che hanno visto la sospensione della didattica in presenza, sostituita da quella a distanza.

 

In questo contesto di grande difficoltà l’Unimol è stata costretta a prendere questa difficile decisione spostando a data da destinarsi la ripresa delle attività didattiche in struttura, consentendo comunque in presenza quelle di segreteria.

Proprio questa distinzione rischia però di creare un caso politico: questo perché mentre nelle sedi di Campobasso e di Pesche – dotate di una struttura di segreteria – la vita scorre a ritmi alterni, in quella di Termoli, priva di questa prerogativa, la sede è totalmente chiusa da quasi un mese.

Sembrerebbe una decisione istituzionale comprensibile ma in realtà la chiusura della sede universitaria che affaccia sul mare desta più di qualche perplessità.

A muovere le prime critiche relative a queste scelte ci ha pensato il professor Nino Barone del Liceo Artistico termolese.

Secondo il docente infatti la vera motivazione della chiusura della sede dell’Unimol non risiederebbe nell emergenza pandemica, ma in scelte discriminatorie nei confronti del territorio. 

Per avvalorare la sua tesi il professor Barone ha riesumato  il caso relativo al – secondo lui- inspiegabile trasferimento del dipartimento di ingegneria dalla città adriatica a Campobasso.

“Una riflessione sulla sede universitaria termolese e sul suo futuro è a questo punto quanto mai necessaria” è il pensiero del professore secondo cui l’emergenza legata al covid-19 non può diventare una giustificazione a tutto, anche  alle decisioni più inaccettabili.

 

A raccogliere l’assist riflessivo ci ha pensato la deputata di Italia Viva Giuseppina Occhionero che ha voluto portare la problematica all’attenzione della Camera. La parlamentare, paventando nel suo intervento davanti ai colleghi, lo spauracchio della chiusura definitiva della sede Universitaria di Termoli, si è mostrata critica anche nei confronti dell’utilizzo esasperato della didattica a distanza che “deve restare – secondo la renziana – l’extrema ratio laddove non si riescano a garantire adeguate condizioni di sicurezza.

 

Qualunque siano le reali motivazioni dietro la sospensione totale delle attività della sede dell’ Unimol di termoli appare chiaro che ormai la questione si è spostata sul piano politico e i vertici Universitari saranno presto chiamate a rendere conto.

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