A Roma lunedi 16 non ci sarà alla protesta il Forum per la Difesa della Sanità Pubblica

Il Forum molisano a difesa della Sanità non aderirà con la sua sigla alla manifestazione romana di lunedi 16, pur lasciando ampia libertà di partecipazione a tutti gli aderenti al Forum.
E’ mancato il coordinamento tra le varie componenti nella decisione delle modalità della protesta, stabilite mentre il Forum era impegnato-su mandato avuto dalla Rete dei Comitati, nel corso dell’ultima Assemblea tenuta ad Isernia- ad affrontare la grave e reiterata deriva privatistica nella nuova organizzazione della sanità molisana. Riorganizzazione che prevederebbe: un ospedale unico semi privato; il ridimensionamento che prelude alla chiusura degli altri ospedali, in assenza di una corretta ed estesa sanità del territorio e della strumentazione.
E’ in fase di preparazione un incontro con il Ministro della Salute, volto a verificare la possibilità di una profonda modifica della politica governativa che finora ha privilegiato la sanità privata accreditata.
Tutte le richieste di mantenimento degli ospedali pubblici non avranno possibilità di accoglimento se prima non verrà risolto il nodo della equa ripartizione del fondo regionale sanitario oggi ancora squilibrato in netto favore della sanità privata.
Su questo tema nel Forum si è trovata l’intesa con gran parte dei Comitati locali. La soluzione di questo problema non è alla portata dei Commissari ad acta per la uscita dal debito sanitario, se l’input non parte dal Governo e dal Ministero competente.
Al Ministro bisogna far comprendere che questa è la linea giusta anche per uscire dal debito sanitario, ammesso che le forze politiche vogliano che si esca dal deficit, e si ritorni ad una Sanità pubblica universalista a vantaggio delle classi più deboli.
Il Forum, inoltre, ha già preso contatto con alcuni Comitati delle altre Regioni che si battono per la stessa causa perché, se non ci sarà disponibilità del Ministro ad accogliere le nostre idee, non sarà sufficiente una mobilitazione locale che potrà avere, al massimo, l’inutile risultato di un cambio di commissari ad acta, bisognerà portare al Governo di Roma la protesta corale di tutte le Regioni interessate.

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