Il Molise emerge come una delle regioni italiane magiormente penalizzate nella cura dei tumori pediatrici. Secondo il primo rapporto Favo sui casi in età pediatrica, quasi il 90% dei piccoli pazienti molisani deve spostarsi fuori regione per ricevere cure adeguate, affrontando viaggi continui e costi indiretti che possono arrivare fino a 35 mila euro l’anno.
Annualmente, in Italia, vengono diagnosticati circa 2500 nuovi casi di tumore tra bambini ed adolescenti. Grazie ai progressi della ricerca e delle cure, le percentuali di guarigione superano oggi l’80% con oltre 50 mila giovani che possono dirsi definitivamente guariti. Tuttavia, dietro questi numeri positivi si nasconde una realtà fatta di forti disuguaglianze territoriali e di pesanti costi sociali ed economici per le famiglie.
Il Rapporto, realizzato in collaborazione il Ministero della Salute, mette in luce come il Molise sia tra le regioni con la maggiore mobilità sanitaria: l’89,7% dei pazienti pediatrici è costretto a curarsi fuori regione, una percentuale più alta rispetto a regioni vicine come Basilicata e Abruzzo e molto distante dai modelli virtuosi di Toscana e Lazio, che attraggono pazienti da altri territori.
Per le famiglie molisane, questo significa dover affrontare non solo la malattia, ma anche viaggi frequenti, spese per vitto e alloggio, e giornate di lavoro perse. Una pressione economica che rischia di spingere molte famiglie al di sotto della soglia di povertà assoluta.
Favo lancia un monito chiaro: servono “reti di reti”, sistemi integrati e percorsi condivisi di cura che riducano le disparità territoriali. La creazione di centri di riferimento in Molise e nel Mezzogiorno potrebbe rappresentare un passo decisivo per ridurre i cosiddetti “viaggi della speranza” e permettere alle famiglie di affrontare la malattia vicino a casa, garantendo al contempo continuità terapeutica e sostegno.
