La notizia di queste ore è, come ormai tutti sanno, la chiusura del Punto Nascite e del Nido al San Timoteo di Termoli, chiusura tra l’altro annunciata da oltre un anno, che per evitarla sembra nessuno abbia fatto niente, sicuramente la classe politica, ma anche i vari amministratori e perfino i cittadini, che allertati dai tanti Comitati ed Associazioni, hanno preferito disinteressarsi, magari perfino usando strutture fuori del Molise, forse più sicure e più adeguate.
Allora il grido di dolore e quello di allarme attuali ci sembrano cosa da poco e da niente, anche perché siamo convinti che la sfida è ormai perduta e qualunque azione si minaccia ci sembra, oggi, tardiva e assolutamente inutile, anche perché solo annunciata a parole, come tante delle cosacce molisane, che nei fatti si sono dimostrate perfette bolle di sapone.
Ne abbiamo sentite di grosse in questi ultimi decenni, mentre i debiti della Sanità molisana crescevano a dismisura, con tutti a cercare il piccolo privilegio, avvallando le peggiori cose, come la moltiplicazione di reparti, in un territorio che ha molti doppioni tra strutture pubbliche e private, ma dove si dismettono presidi importanti e fondamentali per garantire a tutti la tutela della salute.
Restituire le fasce tricolori sarebbe davvero un bel segnale, ma lo abbiamo sentito dire molte volte, senza mai la conferma del gesto.
Popolo di pusillanimi, dunque? Crediamo di si, perché siamo diventati blablatori ufficiali di un chiacchiericcio senza costrutto, schiavi consapevoli di scelte che avvengono altrove, in altri governi, in altre stanze, con altri tavoli.
Cittadini di infime serie, che sbeffeggiano i pochi che lottano, senza sosta, rimettendoci di persona, minacciati da chi non sopporta la lotta, volendo salvaguardare lo stato delle cose, come farebbe una sorta di criminalità organizzata, una mafiuccia locale che abbisogna di non aver gente che rompa le scatole.
Nell’ambito di questo sistema sanitario ne abbiamo viste tante, tutte brutte, sporche e cattive, noi cittadini invisibili che siamo avvezzi, evidentemente, alla sopportazione, noi di questo Molise, terra di conquista, luogo ameno di mille ambiguità, comandato a bacchetta da chi vuole toglierci la salute, ma anche inondarci di sostanze nocive, inquinarci l’aria, ucciderci nello spirito.
Ci aspettiamo, a questo punto, meno chiacchiere, meno chiacchiericcio sui social, meno comunicati dove ci si autoassolve, dando la colpa ad altri.
Siamo tutti coinvolti, signori, tutti, nessuno escluso, perciò è giunto il momento di rompere il silenzio e di farsi sentire, prima che sia davvero molto tardi, prima dell’ultimo rantolo, che, a nostro avviso, è ormai molto ma molto vicino.