L’emorragia occupazionale che colpisce il Mezzogiorno d’Italia investe in maniera significativa l’Alto Molise. Allo spopolamento demografico, calo delle nascite ed emigrazione interna da parte dei neolaureati, il Sud del Paese paga un prezzo molto alto per quanto riguarda i posti di lavoro: dalle costruzioni al tessile, dal commercio al turismo.
La provincia di Isernia è una di quelle realtà messe peggio. Le stime nazionali parlano di perdite di oltre 5700 occupati nei prossimi 10 anni, pari a circa il 12% della forza lavoro. Una recessione vera e propria che chiama in causa la politica per invertire la pericolosa tendenza che si tradurrà pure in un arretramento consistente del prodotto interno lordo e delle disuguaglianze sociali tra il Settentrione e il Meridione della Penisola.
Una forbice che tenderà – secondo gli ultimi dati nazionali – ad allargarsi senza politiche strutturali e precisi investimenti pubblici. La desertificazione della provincia di Isernia è dietro l’angolo. A farne le spese prima di tutto le aree interne e montane che gravitano attorno ad Agnone, Pescolanciano e Vastogirardi.