Questa settimana la chiusura di un altro reparto della Stellantis

Le chiusure di alcuni reparti produttivi e la riduzione del personale che nell’ultimo periodo stanno interessando il polo industriale del settore automobilistico Stellantis, a Termoli, fanno discutere e creano preoccupazione anche tra gli esponenti della politica locale, oltre che tra sindacati e lavoratori.
In una nota infatti i rappresentanti dei partiti del centro – sinistra e dell’ala comunista, commentano la recente chiusura, durante questa settimana, del reparto di produzione dei motori 8 e 16 valvole, dove lavoravano un terzo dei dipendenti, ovvero circa 600 di loro sui quasi 1800 complessivi. Gli inevitabili tagli al personale dovuti alla chiusura di diversi reparti, è un quadro al quale si aggiunge anche la questione della precarietà dei contratti, come quelli di solidarietà e di cassa integrazione, tutte misure volte a tutelare provvisoriamente i lavoratori ma che non risolvono la generale incertezza in cui si trovano attualmente i dipendenti.
In merito a questo, la rappresentanza del centro sinistra critica anche la posizione di alcuni sindacati, che secondo loro non avrebbero agito adeguatamente per opporsi a quelli che sono stati definiti gli incentivi all’esodo, ovvero i bonus economici e le mensilità aggiuntive che l’azienda sta offrendo ai dipendenti per abbandonare volontariamente la propria occupazione all’interno dello stabilimento, in alternativa al licenziamento.
Una situazione che sembra non essere cambiata dopo la recente nomina del nuovo amministratore delegato Antonio Filosa, che comunque prenderà servizio ufficialmente solo il 23 giugno.
Attualmente, la priorità resterebbe quella di evitare la chiusura delle attuali produzioni meccaniche ancora operative e riportare in regione quelle che sono state delocalizzate, a difesa di una realtà industriale importante del territorio in termini di occupazione e sviluppo..