Centinaia di emittenti radiotelevisive locali alla manifestazione di domani a Roma

Saranno centinaia gli editori e dipendenti delle radio e televisioni locali che si troveranno a manifestare a Roma, domani dalle ore 9.00 alle ore 13, davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo Economico, in Viale America 201),

E’ prevista una ampia partecipazione con provenienza da ogni parte d’Italia.

Una presenza che vuole sintetizzare la loro protesta sui sulle scelte attuate circa la modalità di svolgimento dello switch off  televisivo, relativo al nuovo Digitale Terrestre, il T2,  che oscurerà, nel giugno del prossimo anno,  45 milioni di apparecchi non abilitati,  con  la conseguenza di una grave caduta di ascolti, pubblicità, fatturato e occupazione.

Alla Manifestazione organizzata dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) hanno aderito  i sindacati Libersind ConfSal e Federlavoro in rappresentanza delle piccole e medie imprese.

E’ stato chiesto un incontro con il Ministro Giancarlo Giorgetti e con la sottosegretaria Anna Ascani.

Intanto la REA diffida il  Mise dall’oscurare i canali delle emittenti locali senza un opportuno coordinamento con le Reti nazionali e con la RAI, affinché il passaggio alla nuova tecnologia avvenga senza traumi di ascolto, disservizi  e spese eccessive per le famiglie.

Un settore, come scrive il Presidente della REA Antonio Diomede, che impiega più di 5000 addetti e 700 giornalisti: con il 55% in cassa integrazione per via di un improvvido Regolamento DPR 146/17 che assegna il 95% dei contributi statali a solo 100 emittenti in graduatoria, lasciando sul lastrico il rimanente settore.

A tal riguardo viene quindi chiesta una radicale revisione del DPR.

Da tutto questo, dalla profonda crisi del settore, giunge un monito davvero importante, quello di una mobilitazione generale e permanente, nel segno della difesa dei diritti e del rispetto degli articoli 21 e 41 della Costituzione, sulla libertà di pensiero e di impresa, “se non si interviene efficacemente sul rispetto della Carta Costituzionale” – afferma Diomede –  “dalla Mafia Rossa, c’è il pericolo di finire nelle mani della Mafia Bianca in giacca e cravatta”.

 

 

 

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