Donna con minore non avrebbe trovato posto nei Centri antiviolenza. Mozione di Cefaratti e Matteo

I consiglieri regionali di Orgoglio Molise Paola Matteo e Gianluca Cefaratti hanno presentato una mozione avente ad oggetto: Verifica e monitoraggio Casa Rifugio, Centri Antiviolenza (Campobasso, Isernia e Termoli) e Sportelli di Ascolto per l’assistenza a donne, sole o con figli minori, vittime di violenza”.

L’iniziativa prende spunto da un fatto di cronaca, denunciato circa una settimana fa da un’Associazione privata: una donna vittima di violenza non avrebbe trovato posto all’interno dei centri di accoglienza predisposti per questo tipo di emergenze.

Un episodio sul quale occorre fare chiarezza e che, ove fosse accertato, sarebbe grave e rischierebbe di scoraggiare le altre donne vittime di violenza, che trovano la forza di denunciare il proprio marito o compagno. La mozione è quindi diretta a mantenere sempre alta l’attenzione sul drammatico tema della violenza di genere.

Gli effetti della violenza possono essere infatti devastanti: colpiscono la donna anche sul piano psicologico con la perdita di autostima, ansia, profondo senso di impotenza e depressione e sul piano fisico con l’ insorgenza di problemi, disturbi psicosomatici e infine sul piano materiale e relazionale con la perdita del lavoro, della casa e del precedente tenore di vita.

 

Con l’intento di fare chiarezza su quanto denunciato anche dalla Consigliera di Parità delle Provincie di Campobasso e Isernia, i consiglieri di Orgoglio Molise chiedono di verificare cosa sia accaduto e qual è stato l’eventuale intoppo burocratico.

Non solo, la mozione è rivolta anche a controllare se, l’affidamento della gestione della Casa Rifugio di Campobasso e dei Centri Antiviolenza agli Ambiti Territoriali Sociali, offra effettivamente un modello efficace di accesso, accoglienza e sostegno alle donne e ai loro figli minori.

S’impegnano pertanto istituzioni e operatori di riferimento a verificare e monitorare Centri Antiviolenza, Casa Rifugio e Sportelli di Ascolto presenti sul territorio regionale. E’ una richiesta necessaria volta a scongiurare l’eventuale insorgenza di ulteriori disagi a donne, e minori, già costretti a sopportare il peso enorme della prevaricazione fisica e psichica.

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