Al via alla sperimentazione della rete 5G in alcune zone del Molise tra rischi e silenzi

Anche in alcune zone della Regione Molise è partita la sperimentazione della rete 5G, sperimentazione, che però non viene fatta nella piena trasparenza dei cittadini che spesso non sanno nemmeno quali problematiche potrebbe comportare per l’ambiente e per il luogo. Questa tecnologia prevede di arrivare a 10-50 Gigabit al secondo entro due anni e 100 Giga entro il 2025, contro 1 dell’attuale 4G adottato in Italia. Una vera innovazione per quanto riguarda il caricamento dei contenuti live ad alta risoluzione, le videochiamate, le applicazioni di internet delle cose in ambito industriale, in ambito sanitario e dei trasporti. Tuttavia non tutto è oro quello che luccica, infatti, pare che questa nuova rete possa anche causare danni per via dei campi elettromagnetici, problematica che non è passata inosservata al Belgio per esempio. A Bruxelles infatti la ministra regionale ha bloccato il progetto per i tanti timori sulla salute dei cittadini. Paura, nello specifico per l’esposizione umana alle radiazioni a radiofrequenza. Paure che sono state poi confermate anche da uno studio condotto dall’Istituto Ramazzini di Bologna che ha studiato l’impatto dell’esposizione umana ai livelli di radiazioni prodotti da ripetitori per la telefonia mobile. In Regione al momento hanno aderito il paese di Conca Casale, San Pietro Avellana, Fossalto, la città di Campobasso, Pietracupa, Cercemaggiore, Pizzone, Isernia. Insomma, chissà se tutti siano stati avvisati riguardo a questa nuova sperimentazione..

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