Carenze e disorganizzazione: la triste realtà della Rsa al Vietri di Larino

Le dichiarazioni della donna che ai nostri microfoni ha denunciato la dolorosa esperienza vissuta nella Residenza Sanitaria Assistenziale dell’Ospedale Vietri di Larino, accanto al marito affetto da demenza senile e morbo di Parkinson e deceduto di recente dopo due mesi dal ricovero, hanno posto l’accento ancora una volta sulle numerose criticità che si riscontrano nelle strutture sanitarie pubbliche della regione: a partire dalla carenza di personale e, come evidenziato nello sfogo della donna, dalla non adeguata capacità di trattamento e assistenza ai pazienti con patologie come quelle sopra menzionate.

Nel caso specifico della Rsa del Vietri, reparto dotato complessivamente di 40 posti letto, va detto che a fronte di un progressivo aumento degli ospitati, mancano allo stato figure professionali di cui ci sarebbe al contrario una grande necessità: a partire dai terapisti occupazionali che operano nell’ambito della prevenzione e riabilitazione di soggetti con disabilità fisiche, psichiche e cognitive.

Altra criticità riguarda l’avanzata età media degli infermieri, alcuni dei quali hanno lamentato l’assenza di operatori socio sanitari, il cui supporto in più di una occasione è stato richiesto ai vertici Asrem. Il reparto necessita in gran parte di personale che aiuti ad alzare gli ospiti, a lavarli e ad imboccarli al momento dei pasti, mentre al contrario gli infermieri si trovano spesso a dover lavorare anche uno solo per turno e riescono a fatica a cambiare i pannoloni. Solo l’aiuto dei familiari che quotidiananemtne assistono i loro cari riesce molto spesso a limitare le difficoltà.

Il reparto dispone allo stato di una sola fisioterapista che aiuta gli ospiti che hanno capacità mentaliLA a non perdere tutta l’autonomia. Anche le attività riabilitative risultano problematiche poiché il centro dispone di una palestra che però di fatto non è attrezzata ma addirittura vuota.

La Rsa manca anche di una caposala che coordina il lavoro degli infermieri mentre l’unico medico responsabile della struttura è costretto a doversi dividere tra la Rsa e l’Udi, l’unità di degenza infermieristica inaugurata a dicembre del 2016 all’interno del Vietri e specializzata nelle cosiddette cure a bassa intensità, proprie di una Casa della Salute.

In sostanza, nonostante gli annunci più volte sbandierati nei piani alti della governance della sanità molisana, la realtà è diametralmente opposta e denota un pressochè totale abbandono di strutture di cui, in particolare in Molise, si avverte la necessità ma che si trovano a non avere il sostegno che al contrario meriterebbero.

Davide Vitiello

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