Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro. Cgil: ‘C’è ancora molto da fare’

Lavoratori, datori di lavoro, governi e enti di tutto il mondo attivi nel settore della salute e della sicurezza, celebrano oggi la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Un giorno, in cui però, si pone, come sempre la necessità di creare una nuova cultura della sicurezza al fine di ridurre o prevenire gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali che provocano, in media, 6 000 morti al giorno. Il mondo del lavoro non è ancora sicuro e nessuno potrà essere tranquillo fin quando le regole non verranno correttamente rispettate.

La Cgil, scende in campo a tutela dei cittadini, che ogni giorno rischiano la propria vita sul posto di lavoro. Il Segretario regionale della Cgil, Paolo De Socio traccia le linee di quella che definisce una ‘battaglia culturale’.

“Prima, durante e dopo il periodo di dura pandemia, ricorda che le forze sindacali hanno posto questo tema come fattore centrale di un’ampia discussione che deve riguardare l’intera società e hanno più volte ribadito la necessità di creare una vera e propria cultura della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro e magari anche negli ambienti scolastici e/o in quelli che precedono l’attività lavorativa.

In questa direzione, invece, nonostante proclami, annunci e protocolli, non sembra possibile giungere a una situazione culturalmente accettabile ed elevata che restituisca al lavoro la dignità e la dimensione che merita nello scenario esistenziale globale di milioni e milioni di uomini e donne.  Infatti, dice, recenti dati pubblicati da osservatori parlano, a livello mondiale, di 2,9 milioni di persone morte per infortuni e malattie professionali e di 402 milioni di persone coinvolte ogni anno in incidenti sul lavoro. Dati che rapportati al territorio italiano raccontano di una media di tre persone al giorno.

Poco edificante appare anche la classificazione del Molise che in un report recentemente diffuso relativo all’anno 2021 è tra le maglie nere d’ Italia insieme a buona parte del Centro Sud per l’incidenza più alta di morti sul lavoro rispetto alla media nazionale.