Con un salto geografico ma anche di epoca che porta dalla Sicilia di Pirandello alla Londra di Charles Dickens la stagione teatrale del Savoia offre allo spettatore la celebre novella “A Christmas Carol” dove a dominare la scena è Roberto Ciufoli che il grande pubblico televisivo ricorderà in coppia con Pino Insegno della Premiata Ditta. Magistralmente allestito dalla Compagnia dell’Alba, diretta da Fabrizio Angelini e Gabriele de Guglielmo, dopo i successi di “Nunsense”, “Aggiungi un posto a tavola” e “Tutti insieme appassionatamente”, lo spettacolo è firmato musicalmente dal compositore statunitense Alan Menken.
La vicenda racconta la storia fantastica di Ebenezer Scrooge, il ricco e avaro uomo d’affari che alla Vigilia di Natale nella vecchia Inghilterra del 1843 egoista e scorbutico, rifiuta scortesemente l’invito a cena dell’allegro nipote Fred e del suo fedele impiegato mal retribuito Bob Cratchit. Dopo aver cacciato in malo modo i due uomini che gli chiedono un contributo per i bisognosi, Scrooge, uscito dall’ufficio, si reca solitario in casa. Durante la cena prima di andare a letto, riceve la visita dello spirito di Jacob Marley, suo vecchio socio, morto sette anni prima proprio la notte della vigilia di Natale. Lo spirito di Marley appare avvolto da pesanti catene alle cui estremità pendono dei forzieri: catene che, come dice Marley stesso sono conseguenze dell’avidità e dell’egoismo che, mentre era in vita, lo hanno visto derubare le vedove e truffare i poveri. Scrooge, spaventato, chiede al vecchio socio come evitare che gli accada la stessa sorte e Marley gli rivela di essere ancora in tempo per mutare il suo destino. Prima di congedarsi, gli annuncia la visita di tre spiriti, quello del Natale passato, del Natale presente e quello del Natale futuro.
I tre spettri, tra flashback e premonizioni riusciranno a mutare l’indole meschina ed egoista di Scrooge, facendolo risvegliare la mattina di Natale con la consapevolezza che la ricerca del denaro e l’attaccamento alle sole cose materiali sono sbagliati: finalmente la carità e la fratellanza si faranno largo nel cuore del vecchio usuraio che si recherà a pranzo con i suoi portando in dono un grosso e grasso tacchino, come nella più pura tradizione inglese.
Massimo Dalla Torre