Le marinerie italiane sono allo stremo delle forze

Garantire la sostenibilità delle imprese e l’approvvigionamento dei mercati ittici. E’ quanto indicato dalle marinerie italiane al governo del premier Mario Draghi prima che la situazione frani completamente sotto i piedi.

E’ questo il grido di allarme lanciato da Federpesca a livello nazionale. Anche a Termoli gli armatori sono in subbuglio e non sono pochi coloro i quali sono intenzionati a fermare le imbarcazioni come già avvenuto a marzo. Ad oggi le marinerie non hanno ricevuto dallo Stato nessun aiuto finanziario e questo ha esasperato gli animi dei lavoratori del settore ittico.

Le imprese confidavano nell’usufruire del credito d’imposta entro la scadenza del 16 maggio e di ricevere il contributo del fondo filiere di cui ad oggi non si ha certezza.

Il quadro nella Penisola si è fatto poi insostenibile pure per la mancata attivazione della cassa integrazione. L’obiettivo comune è di velocizzare le erogazioni dei contributi previsti per le imprese di pesca che stanno subendo forti ripercussioni dalla congiuntura internazionale. Tra le altre richieste d’impegno al Governo di Roma, firmate anche da Federpesca Molise, dare risposte che garantiscano ai pescatori le condizioni per poter andare in mare: attivazione della Cassa integrazione, utilizzo del credito d’imposta per caro gasolio ed estensione dello stesso al secondo trimestre dell’anno, velocizzazione del pagamento dei contributi del fermo biologico, interventi sul credito e sui mutui delle imprese.