Matteo Salvini respinge la richiesta delle consigliere regionali e le zittisce malamente

Non sono servite le parole di giubilo delle consigliere regionali Aida Romagnuolo e Filomena Calenda rivolte al loro “Grande Capitano”, e la magnificenza diretta alla Lega, per incassare la complicità di Matteo Salvini e la condivisione della richiesta di commissariare il partito in Molise, rimuovendo il coordinatore regionale, Luigi Mazzuto, criticato dalle due esponenti per tutta una serie di inadempienze.

Una richiesta che è stata formalizzata, qualche giorno fa, a Palazzo d’Aimmo, nell’ufficialità di una conferenza stampa, durante la quale è stato anche chiesto al Presidente Toma di rimuovere l’ex presidente della provincia di Isernia dagli esponenti della sua Giunta.

Salvini non solo ha risposto picche alle due consigliere regionali, ma ha addirittura affermato che esse non hanno parlato a nome del Partito, tanto meno ne parleranno ancora nel futuro.

Una circostanza davvero insolita, dove sembra che il classico “lavare i panni sporchi in casa propria” sia stato totalmente ignorato, palesando all’esterno le storie critiche di scelte interne, mostrando la realtà di un Partito che sta raccogliendo continui consensi, ma dove sembra la democrazia interna sia abbastanza estranea, affidando il comando ad un unico e solo uomo, che fa e disfa in assoluta solitudine.

Le due esponenti politiche, che, tra l’altro hanno determinato con i loro voti la vittoria finale del centrodestra in Molise, rappresentano tanti iscritti e simpatizzanti, persone che hanno voluto essere presenti nella giornata delle critiche e delle richieste di sfiducia e rimozione di Luigi Mazzuto e che hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalle consigliere.

Intanto la giornata di domani, in Consiglio regionale, sarà decisiva, almeno per delineare meglio le appartenenze. Ci sarà infatti una mozione proposta dai consiglieri del Partito Democratico, che chiedono al Presidente Toma il ritiro della delega a Mazzuto.

L’attesa è per il voto di Aida Romagnuolo e Filomena Calenda, un voto simbolico di un disagio, un voto tra l’altro già abbondantemente annunciato alla conferenza stampa, quando dichiararono alcune importanti ripercussioni all’eventuale silenzio del presidente Toma circa la richiesta avanzata.

Ora siccome siamo di fronte alla sconfessione se non l’espulsione da parte del vertice del loro stesso Partito, diciamo che ci aspettiamo almeno qualche novità.

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