I prodotti alimentari disponibili sugli scaffali dei supermercati sono confezionati in imballaggi in plastica. La composizione chimica dei materiali utilizzati per racchiudere cibi e bibite in bottiglia dovrebbe essere, in teoria, studiata per non contaminare i prodotti e non danneggiare la salute dei consumatori.
Tuttavia, uno studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista ufficiale dell’Accademia Nazionale delle Scienze, ha analizzato l’acqua minerale imbottigliata da diverse marche nelle confezioni in plastica, dimostrando che in un litro d’acqua possono esserci fino a 370mila frammenti di plastica di diverso tipo.
Particelle che chiaramente sono ingerite dai consumatori, e di cui non è ancora chiaro l’impatto negativo sulla loro salute, dato che le ricerche sono ancora in corso.
Per quanto riguarda l’Italia, è tra uno dei paesi a livello mondiale che utilizzano maggiormente la plastica come materiale di imballaggio, con particolare riferimento alle bottiglie per l’acqua minerale.
La produzione annuale di plastica nel mondo, per molteplici destinazioni d’uso, è arrivata a 400 milioni di tonnellate secondo i dati annuali più recenti disponibili.
Un dato che deve far riflettere sull’urgenza di trovare soluzioni per sostituire questo materiale con altri più sostenibili dal punto di vista ambientale, soprattutto quando si tratta di imballaggi destinati a contenere le derrate alimentari.