Prevale la linea romana: Mazzuto quinto assessore ma nella Lega è già rottura

Davide Vitiello

A nulla è servito il manifesto sottoscritto da circa cinquanta rappresentanti della Lega in Molise a sostegno della nomina di Aida Romagnuolo, prima eletta della Lega alle elezioni del 22 Aprile, nell’esecutivo guidato dal presidente Donato Toma.

Alla fine ha prevalso il diktat arrivato direttamente del leader del Carroccio Matteo Salvini, che per il quinto assessorato ha indicato il nome di Luigi Mazzuto, coordinatore regionale della Lega.

E così nel tardo pomeriggio di ieri Toma ha firmato il decreto di nomina di Mazzuto nell’esecutivo. L’ex presidente della Provincia di Isernia avrà con ogni probabilità la delega al welfare ma l’ufficialità si saprà nel fine settimana perché l’intenzione del governatore è quella di rivedere anche le deleghe già assegnate agli altri quattro assessori, in seguito alle critiche arrivate dai partiti del centrodestra che hanno parlato di un esecutivo troppo sbilanciato in favore di Forza Italia.

L’esempio è quello di Nicola Cavaliere, primo eletto del partito azzurro, al quale sono state assegnate le deleghe all’agricoltura, sviluppo rurale, lavori pubblici, infrastrutture e viabilità. In un colpo solo l’esponente politico di Campobasso si è ritrovato ad avere le deleghe che nella scorsa legislatura erano state affidate a due assessori di peso: Vittorino Facciolla e Pierpaolo Nagni.

Per tornare alla nomina di Mazzuto al ruolo di assessore esterno della giunta Toma, va segnalato che tale decisione ha finito per scatenare, come era prevedibile, più di un malumore all’interno del partito. Il primo a palesare il suo malcontento è stato Domenico Ciccarella, primo dei non eletti della Lega a Palazzo D’Aimmo, che in virtù della decisione presa dal capo dell’esecutivo dovrà restare fuori, almeno per i prossimi mesi, dal consiglio regionale. Ciccarella ha detto chiaramente che se avesse saputo prima di un accordo nazionale che prevedeva la nomina di un esterno in quota Lega nella giunta, non si sarebbe proprio candidato.

Ma è anche Aida Romagnuolo, il cui nome fin dal giorno successivo alle elezioni era circolato come sia come quasi certa quota rosa nell’esecutivo sia, successivamente, come possibile presidente del consiglio regionale, a essere stata spiazzata da tale decisione.

In attesa ora di capire come verranno redistribuite le deleghe in giunta, va segnalato un ulteriore dato di fatto: da Frattura a Toma il criterio di scelta degli assessori non ha tenuto conto del principio della parità di genere. Anche questa è una giunta che vede la  presenza di soli uomini, a testimonianza di un certo retaggio che resiste al cambiamento. Di fatto l’unica donna a ricoprire un incarico di rilievo sarà Patrizia Manzo, eletta alla vice presidenza del consiglio regionale.

 

 

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