Davide Vitiello
6 milioni di italiani che vivono in 45 delle 58 aree più contaminate del Paese sono esposti quotidianamente a elevato rischio per la salute. I dati si riferiscono al monitoraggio dell’istituto Superiore della Sanità che ha attestato un aumento nell’ultimo anno di patologie tumorali e respiratorie che colpiscono in modo particolare i più giovani; per chi ha meno di 25 anni è stato registrato un aumento di tumori maligni del 9% rispetto a chi vive in zone non a rischio.
Ma quanti sono e dove si trovano i siti più inquinati d’Italia ? per l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale sono ben 12.482, con un record di oltre 3.700 in Lombardia, mentre i siti in cui l’inquinamento è stato considerato talmente grave da comportare un elevato rischio sanitario, e per questo definiti «di Interesse Nazionale» (Sin), sono per l’appunto 58.
In Molise, secondo i dati parziali a disposizione, i siti potenzialmente inquinati e in attesa di bonifica sono 32: il caso più eclatante e controverso riguarda il sito di interesse nazionale che si trova in territorio di Guglionesi, su circa 10 ettari di terreno, e il cui intervento di bonifica, che ricade sotto la competenza della Regione, è atteso da oltre un ventennio.
Ma la preoccupazione emerge non solo in relazione ai disattesi interventi di bonifica dei siti contaminati, ma anche sulle fonti di inquinamento atmosferico, e qui il riferimento è ai timori generati dal nucleo industriale di Termoli e dalla piana di Venafro, dove dopo una grande manifestazione che due anni fa vide partecipi 5 mila persone per le strade di Venafro e la tenace battaglia dell’Associazione Mamme per la Salute Onlus, il consiglio regionale si è dotato finalmente di un piano integrato per il monitoraggio della qualità dell’area. Un intervento forse tardivo, tenuto conto delle conseguenze in termini di rischi per la salute e patologie gravi che per troppi anni e ancora oggi si stanno determinando in quell’area.
Le attese sono legate inoltre alla fattiva operatività del registro tumori dopo che per troppi anni si è discusso sulla validità di uno strumento che resta l’unico elemento utile per comprendere le cause delle neoplasie, per valutare i trattamenti più efficaci e attuare interventi mirati di prevenzione e programmazione delle spese sanitarie.