SONO DA AUMENTARE I CONTROLLI SULLE ACQUE REFLUE

Causa la carente depurazione delle acque reflue, in Abruzzo la metà dei punti analizzati sulla costa adriatica è inquinata. 4 su 8 sono risultati oltre i limiti di legge per valori di batteri intestinali, sostanze organiche e inorganiche.

 

Degli 8 punti sottoposti alle valutazioni della Goletta Verde 3 prelievi sono stati eseguiti alle foci di fiumi e 5 a mare: sono inquinati gli sbocchi del Vibrata, tra Martinsicuro e Alba Adriatica, del Saline tra Montesilvano e Città Sant’Angelo e quella del Feltrino a San Vito Chietino. Fortemente contaminato alla foce pure il fiume Alento a Francavilla.

 

Se i dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di litorale, le analisi di Legambiente individuano le emergenze dovute a insufficiente depurazione dei reflui di scarico domestici dell’uomo, ma anche agricoli e industriali in foci e corsi d’acqua, principale veicolo con cui l’inquinamento arriva in Adriatico.

 

Il fatto che almeno un punto nelle province di Teramo, Pescara e Chieti ha ricevuto un giudizio negativo non può far altro che elevare l’asticella dell’attenzione sullo stato del sistema marino.

 

Mentre sulle spiagge abruzzesi la qualità delle acque registra un pesante arretramento, il Molise migliora quelli che erano i suoi punti critici li dove Trigno e Biferno si immettono nell’Adriatico, grazie proprio ad una più attenta attività di depurazione. Mare e turismo sono comparti fondamentali per entrambe queste 2 realtà del Centro-Italia, occorre accelerare senza indugi sul miglioramento della filtrazione e sistemazione degli impianti per fare il salto di qualità.