Era il 27 dicembre del 1963 quando le campane di tutti i Comuni del Molise suonarono a distesa per salutare la raggiunta autonomia della regione.
“Un successo per il quale – come ricorda Gaspero Di Lisa, presidente dell’Associazione degli ex consiglieri regionali del Molise – avevano lavorato tante generazioni animate dalle aspirazioni di intellettuali eminenti e classe dirigente di rango. Un evento di cui si ha bisogno per segnare le tappe della crescita, dell’avanzamento socio-economico-culturale e fare riflessioni necessarie di revisione e pianificazione, indispensabili al perseguimento degli obiettivi della autonomia”
“Oggi – sottolinea il governatore Donato Toma – a 55 anni dalla legge costituzionale che ha istituito la Regione Molise bisogna interrogarsi sul futuro del territorio considerando le nuove dinamiche di cambiamento in cui sembrano prevalere le spinte verso un regionalismo differenziato, un modello in cui ciascuna regione, ritagliandosi uno spazio di autonomia rispetto al centralismo dello Stato, tende ad autodeterminarsi su materie specifiche e, nella forma rafforzata, anche sotto l’aspetto finanziario. Per non precipitare, però, Stato e regioni più ricche devono mettere in condizioni realtà come il Molise di elevarsi al rango infrastrutturale delle altre aree, in particolare di quelle del Nord
Le carte importanti da giocare – continua Toma – ci sono: la bassa densità di popolazione, le eccellenze enogastronomiche e culturali da preservare e valorizzare, le oasi naturalistiche ed i paesaggi di spiccato interesse ambientale, oltre le enormi risorse idriche che servono anche le regioni limitrofe.
La soluzione resta quella di varare una stagione di interventi straordinari per il Molise e per il Sud: snellimento della burocrazia e riduzione dei livelli di controllo, che ritardano enormemente l’utilizzo dei fondi sia europei che statali; maggiore utilizzo delle procedure negoziate di assegnazione dei lavori pubblici; rapida erogazione dei fondi pubblici una volta assegnati alle imprese; formazione professionale continua dei dipendenti pubblici; maggiore attribuzione della quota di fondo perequativo non attribuito esclusivamente su parametri demografici”.
Per il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone – “a mettere a dura prova il Molise, il commissariamento della sanità, le razionalizzazioni sconsiderate ed i sempre più frequenti tagli di risorse
Una battaglia difficile che va combattuta con unità di intenti tra le forze politiche. Diversamente si rischia di tornare ad essere periferia abbandonata di realtà più grandi e storicamente già definite”