Giovedi pomeriggio al Teatro Italo Argentino la presentazione del libro “La Ndocciata di Agnone”

Le Ndocce di Agnone tra storia, cronaca ed eventi a partire dalla seconda metà dell’800 fino ad oggi. Il decimo libro ideato dal 58enne Domenico Meo, abruzzese di Castelguidone ma agnonese di adozione, racconta il magnifico rito del fuoco nel paese dell’Alto Molise.
Non solo una semplice festa annuale ripetuta nella sera dell’Immacolata Concezione e alla Viglia di Natale, ma un patrimonio umano e culturale di scintille, bagliori e fiamme di centinaia di ventagli che attraversano il cuore di Agnone tra lo stupore di migliaia di visitatori, assorti in una atmosfera magica e penetrante.
Una lontana tradizione contadina che si tramanda di generazione in generazione. 5 i gruppi di Ndocciatori: Capammonde e Capabballe, Sant’Onofrio, Colle Sente, Guastra e San Quirino. Il volume del cultore Domenico Meo narra i torcioni ardenti che hanno attraversato il Corso della cittadina, i portatori, le emozioni dei più piccoli e anche i costumi antichi e la cucina locale fatta di zuppa, pizzelle e ostie natalizie.

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