La difficile intesa nel centrodestra sul candidato a Sindaco del capoluogo di Regione

Ancora nessun cenno di riscontro positivo dai Partiti del centrodestra per un nome sicuro del loro candidato a Sindaco di Campobasso.

Si fanno nomi, lanciandoli come dadi sul tavolo di gioco delle trattative, magari facendoli uscire all’aperto, sussurrandoli a qualche amico giornalista, poi si fanno circolare per una manciata di ore e si abbandonano, come i cani in estate sulle strade, destinandoli quasi ad una brutta fine.

L’uomo di sintesi sembrava l’avvocato Aldo De Benedittis, ma questa domenica è stato surclassato dal tifo calcistico per la splendida squadra cittadina ed oggi che è lunedì, sembra la sintesi essersi liquefatta come neve al sole.

Da qualche parte ancora si tenta di recuperare Salvatore Colagiovanni, che afferma di avere almeno tre/quattro liste che lo appoggiano, ma anche in questo caso i Partiti maggiori, cioè Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega non vedono in lui il candidato che mette d’accordo, ma anzi piuttosto lo considerano divisivo e non aggregante.

In effetti sembra che le parti della coalizione abbiano intrapreso una brutta strada, gli elementi che traspaiono dalla vicenda sono sia una forte ambiguità di fondo e sia il tentativo di voler ognuno salvaguardare se stesso, ogni parte si autoproclama da primo posto e dunque si salvaguardano i propri esclusivi interessi.

L’idea di fondo che ci arriva dai percorsi è che il centrodestra a Campobasso, una città dove la coalizione non è stata mai così massicciamente vincente come altrove, di fatto abbia già perso.

Non da infatti l’idea di una corazzata ben armata che solca invincibile il mare della politica locale, troppe le divisioni, numerosi i pettegolezzi e le piccole grandi invidie, moltissime le parole usate per incensare candidati che vengono bruciati nello spazio di pochi istanti.

Non sono comportamenti che possono reggere una competizione elettorale, le difficoltà sono palesi, gli accordi traballano, ognuno difende se stesso, ognuno accusa gli altri e si mostrano tutti deboli, che più deboli non si può.