Nessun futuro per gli ex lavoratori dello Zuccherificio del Molise

La tensione tra le parti è evidente e la si nota in ogni intervento, in ogni domanda e in ogni risposta, tutto prosegue nel segno incontestabile della non cordialità, tra mortificazioni e punte di perfetta arroganza.

Questa è la lettura che riusciamo a dare al resoconto dei fatti relativi ad un incontro avvenuto nella sede del Consiglio regionale tra il suo Presidente Salvatore Micone, il sottosegretario Quintino Pallante, i vari Capigruppo, le parti sociali e alcuni ex lavoratori del defunto Zuccherificio del Molise.

Il racconto, che viene da questi lavoratori oggi espulsi da ogni produzione, si basa sulle ormai antiche rivendicazioni, che si costruivano sulla possibilità di nuovi inserimenti nei percorsi lavorativi, mediante ricollocazioni adeguate, corsi di riqualificazioni e quindi eventualità di utilizzo in nuove stagioni lavorative.

Perciò parliamo di concrete opportunità, avvenimenti da post ammortizzatori sociali e diremo perfino post promesse, elettorali e di altro genere.

Comincia tutto in modo sbagliato, con il Presidente Micone che non vuole far entrare un lavoratore, reo a suo dire di atteggiamenti non consoni.

Ma tutto rientra e si comincia con la disamina del famoso bando delle ricollocazioni, una ulteriore lezione a lavoratori che,in questi anni, ne hanno sentito in merito di cotte e di crude.

Naturalmente c’è un po’ di discussione, così il presidente Micone toglie per due volte la parola a un ex dipendente dello Zuccherificio, lui, il Presidente, che, come affermano gli altri ex lavoratori, per i suoi 5 anni da consigliere non ha aperto una sola volta bocca per parlare dello Zuccherificio.

Dunque ancora polemiche.

Uno spiraglio viene dalla domanda di un sindacalista, Raffaele Primiani della UIL – “ci sono cose nuove per mettere realmente in sicurezza lavorativa le ex maestranze?” – Le risposte dell’Assessore al lavoro Luigi Mazzuto sono state – raccontano le cronache – tutte evasive, l’unica cosa certa è quel bando, che è assolutamente complesso e perfino ambiguo e che non garantisce  alcun reale percorso di ricollocazione.

Siamo alle solite, diremo noi, tempo sprecato, fumata nera, nerissima, nervosismo a mille, entusiasmo a sottozero, speranze bandite perfino dai sogni. Si torna al peggio …

 

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