Numerose le critiche al Presidente Roberti, che chiede sacrifici ai molisani

Il nuovo Presidente della Giunta Regionale Francesco Roberti, in un intervento di qualche giorno fa, aveva sottolineato l’esosità del debito accumulato dal Sistema Sanitario molisano e la necessità, non più procrastinabile, di ridurlo, soprattutto attraverso un impegno governativo, magari mediante quel Decreto Molise di cui tanto si è parlato in campagna elettorale.

Un intervento che, però, come sottolineava, implica una serie di sacrifici da parte dei cittadini, che verranno di certo gravati di ulteriori esborsi e tassazioni.

A tal riguardo sono immediatamente arrivate le risposte critiche, da parte di chi ritiene che i vecchi debiti, pari a numerose centinaia di milioni di euro, si scaricheranno sui molisani, attraverso i rincari di Irpef, Irap, Bollo Auto e tanto altro.

Ne parla Aldo Di Giacomo dell’Associazione “Cultura e Solidarietà”, quanto scrive “Continuiamo a pagare colpe che non ci appartengono, anche perché qualche politico si era illuso che fosse stata sufficiente l’operazione spalma-debiti, che il 25 maggio scorso ha varato il Consiglio dei Ministri”.

Un decreto che, in effetti, non azzera un debito e neanche lo sconta, ma semplicemente è diventato una cambiale da pagare ogni anno, attraverso risorse che vengono sottratte alle varie altre possibilità di sviluppo.

Per Di Giacomo, comunque, “è semplicemente inaccettabile l’invito del nuovo Governatore a fare sacrifici. Come
se non bastassero tutte le statistiche sulla povertà, lo stato di disagio delle famiglie molisane,
adesso si vorrebbe far tirare la cinghia a chi già vive sulla soglia della povertà”.

Nel merito della questione interviene anche il consigliere regionale Roberto Gravina, che, parla della mancanza, da parte del governo regionale del centrodestra, “di un approccio e di un programma strutturato”, dove tutto appare poco marcato alle esigenze immediate del Molise, ma a vicende che saranno sbrogliate a Roma, dal Governo per conto terzi.

Per Gravina, infatti, si demanda tutto a Roma, si chiede la soluzione di problemi che lo stesso centrodestra ha creato e che non ha saputo gestire con proprie adeguate proposte, ma solo e soltanto facendo appelli al governo nazionale.