Resta in carcere il guardiano di Santa Croce indagato dell’omicidio di Rayko Todorov

Rayko Todorov, il bracciante ucciso a bastonate la settimana scorsa a Melanico di Santa Croce di Magliano, si sarebbe perso nella notte del suo omicidio tra le campagne del paese, le conversazioni telefoniche tra lui e la sua compagna confermano questa tesi. Accusato di omicidio volontario un 39enne della stessa Santa Croce, che oggi nel penitenziario di Monte Arcano a Larino ha preferito non rispondere alle domande del giudice Federico Scioli che al termine dell’udienza ne ha convalidato la restrizione in carcere anche per evitare il possibile inquinamento delle prove, visti pure i suoi precedenti per furto e reati contro la persona.

Prima del rimpatrio verso la sua città natale, l’autopsia sul feretro del bracciante bulgaro ha confermato che il decesso è avvenuto a causa di 3 colpi inferti con una mazza di legno sulla testa.

L’unico indagato dei fatti si era qualificato ai Carabinieri in qualità di guardiano per una impresa di movimento terra della zona e ai militari aveva sostenuto di essere estraneo all’assassinio del 37enne bracciante agricolo.

Una versione difensiva che però non ha convinto per niente gli investigatori della Procura di Larino.

Al termine dell’udienza di oggi, stanti i gravi indizi raccolti sull’uomo di Santa Croce di Magliano, il giudice Scioli ha applicato l’ordinanza di misura cautelare in carcere. Domattina a Larino faranno chiarezza sulla triste vicenda gli uomini della Compagnia Carabinieri.