Un’altra storia di incompiute: gli operai di “Acque Larino” scrivono a Toma

Nel Molise delle tante vertenze irrisolte e della crisi occupazionale infinita, l’ennesima denuncia di lavoratori in difficoltà arriva dal Basso Molise  e in particolare da otto operai della ditta consortile Acque Larino.

Gli stessi hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera indirizzata al Governatore Donato Toma, lettera nella quale gli operai hanno ricostruito una vicenda dai tratti paradossali, che li vede attori protagonisti insieme al Consorzio di Bonifica di Larino, un altro ente che si trova in grosse difficoltà finanziarie, tuttora commissariato e interessato da una legge di riforma voluta dallo scorso governo regionale che ha accorpato il consorzio di Larino a quello di Termoli, sotto le insegne del nuovo consorzio di bonifica del Basso Molise.

La vicenda che vede direttamente interessati gli operai riguarda la mancata realizzazione della condotta idrica che avrebbe dovuto collegare la Diga del Liscione  e i comuni di San Martino in Pensilis e Ururi, allo scopo di fornire l’approvvigionamento idrico necessario alla irrigazione dei campi. L’importante opera pubblica, secondo i lavoratori, rischia però di restare bloccata a lavori ormai quasi ultimati.

Si perché dalla ricostruzione fornita dagli stessi operai si apprende che per il definitivo completamento dell’intervento mancano solo 7 chilometri di tubazione a fronte dei 160 chilometri già realizzati nei territori di San Martino in Pensilis e Ururi.

Secondo i lavoratori il Consorzio di Bonifica di Larino non avrebbe intenzione di finire l’opera, motivando il diniego con l’aumento dei costi delle materie prime, i tubi in acciaio, fondamentali per il completamento della stessa.

Motivo per il quale i lavoratori si sono rivolti direttamente al presidente della giunta regionale,  “per tutelare – scrivono – il nostro posto di lavoro, ormai cosa rara in Molise, e per sollecitare la realizzazione di un’opera di cui beneficerebbe un territorio vocato prevalentemente all’agricoltura. “Non possiamo – dichiarano gli otto addetti della ditta Acque Larino – consegnare alla storia l’ennesima opera incompiuta e continuare a  negare l’acqua, risorsa della quale abbondiamo e che svendiamo, a tutti coloro i quali ne necessitano per fare impresa e creare posti di lavoro”.

L’appello per fare in modo che l’opera veda luce quanto prima è rivolto al governatore che “nel corso della campagna elettorale ha più volte mostrato vicinanza al tema dell’acqua. Questa – concludono gli operai –  è l’occasione giusta per dimostrare che le promesse possano trasformarsi in fatti concreti”.

Davide Vitiello

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