La frase può perfino sembrare scorretta e leggermente blasfema, perché recita come i cartelli nei quali ci si scusa dei disagi “Stiamo lavorando per voi”.
Tutto in questo concetto lo stato dei lavoratori della Gam, tutti, ben 262, che sono dislocati nelle varie forme societarie, stessa Gam e Solagrital, roba a volte perfino difficile da capire, ai quali è stato chiesto il gesto chiaro di firmare una liberatoria con cui vanno a dichiarare di non aver niente a pretendere per un tal periodo, sperando naturalmente venga loro riconosciuto un ulteriore almeno sereno momento derivante dalla concessione dell’obolo della cassa integrazione straordinaria.
Liberatorie che coprono di fatto le eventuali responsabilità di amministratori e commissari liquidatori, che potrebbero, in caso remoto ma probabile, dover sborsare in proprio esose quote salariali.
Dunque liberatorie che servono, innanzi tutto, a sedersi al tavolo romano odierno, in quel del Ministero del Lavoro, per capire e decidere attorno alla possibilità necessaria di un ulteriore periodo di cassa integrazione.
Intanto prima dell’incontro ministeriale, specifico e di vitale importanza, nell’ultimo minuto in zona cesarini, è stata approvata a maggioranza, con il PD contrario e l’astensione del Movimento grillino, una mozione del presidente Toma, che tende a favorire l’uscita strategica della partecipata Gam e dunque una nuova stagione produttiva e l’ottenimento del più che positivo ammortizzatore sociale e perciò anche la firma del “contratto di fitto” delle robe strutturali aziendali e delle conseguenti e adeguate linee di produzione.
Naturalmente l’aria si taglia con il coltello, il timore di continuare a vivere di sacrifici senza prospettive di futuro è palese e pesantissimo, però i lavoratori hanno firmato le liberatorie, condizione necessaria per sedersi al tavolo per trattare, accettando l’onere di un periodo di aspettativa senza alcun becco di retribuzione, una sorta di tabula rasa di risorse in attesa del piccolo soldo, quello che si veste di solidarietà, essendo nella piena considerazione di un vero e proprio compenso assistenziale.
Intanto siamo tutti in attesa di buone notizie, sperando il fumo diventi arrosto e non si disperda definitivamente nell’aria, cosa che è accaduta tristemente ad altri lavoratori molisani, a partire da quelli che da splendidi addolcinatori di palati sono diventati gli amari residui di scelte più che disastrose.