Sempre più senza cultura il Molise che chiude le biblioteche

Un territorio, il nostro, che resta paurosamente senza presidi culturali, una Regione ed uno Stato che vedono chiudere le biblioteche e fanno poco e niente per riaprirle diventano di fatto complici di un degrado culturale, che ci proietta, d’un sol colpo, nel baratro dell’ignoranza e della sicura inciviltà.

I segnali sono negativi e assolutamente pericolosi, prima la storica Biblioteca “Albino” a Campobasso, che nelle premesse doveva essere perfino rilanciata e riorganizzata e che invece è stata smantellata e consegnata ad un insieme di masnadieri, che fanno parte delle Istituzioni e si sono comportati come e più da distruttori che non da operatori culturali.

Si riaprirà? Nessuno lo sa, anche se con i chiari di luna economici attuali, una sua rimessa in funzione sembra utopia e resterà, ne siamo convinti, solo e soltanto nelle promesse elettorali.

Oggi, anzi domani 1 luglio 2022, invece sarà chiusa la Biblioteca Provinciale di Isernia, dedicata a Theodor Mommsen, celebre studioso dei Sanniti.

Doveva essere già chiusa, in verità, ma fu salvata da una convenzione con la Regione, che evitò, qualche anno fa, un brutto risveglio agli studiosi e frequentatori del luogo.

Adesso è invece data come cosa certa, il pugnale assassino è tenuto dalle mani dello Stato, che nega qualunque finanziamento ministeriale e dunque tutto sarà oscurato, i libri saranno chiusi ed ogni pagina scritta negata alla lettura.

Una Biblioteca, la Mommsen, che avrebbe avuto bisogno di veri bibliotecari, che avrebbe dovuto trovare una attenzione maggiore ed ora trova l’impegno del Presidente Alfredo Ricci che la vorrebbe salvare, ma solo per qualche mese ancora.

Una chiusura annunciata, dice più di qualcuno, e senza speranze di “riveder” la luce.

Insomma siamo veramente alla fine dei giochi, se un popolo, attraverso i suoi rappresentanti, considera una biblioteca inutile da sostenere, la Cultura perfino deleteria e gli studiosi fuggono precipitosamente da questa terra, vuol dire che siamo giunti in un posto alieno, un luogo inospitale e assolutamente senza futuro.