L’opposizione di Sinistra a Termoli critica il Progetto del Trasporto Pubblico

Torniamo a parlare di Termoli e di quello che è stata annunciata come un importante cambiamento per la cittadina.

Per il Gruppo consiliare Termoli Bene Comune – Rete della Sinistra i toni trionfali delle dichiarazioni, divulgate in questi giorni dall’Assessore ai lavori pubblici Vincenzo Ferrazzano, sono decisamente fuori luogo, soprattutto perché il tutto è iniziato con la precedente amministrazione e regolarmente portato avanti dall’attuale.

Dal Gruppo affermano che “la finanza del progetto in questione è stata oggetto di attenzione in diverse commissioni consiliari, anche se come da copione non tutti i documenti richiesti sono stati forniti e  molte nostre domande hanno avuto risposte a dir poco evasive”.

Affermano di essere totalmente critici con il progetto e di averlo contrastato fin da subito, un progetto che non tutela l’interesse pubblico.

Scrivono che “l’ammodernamento dei mezzi, tanto sbandierato in questi giorni, avverrà comunque con contributi pubblici, specificamente con i fondi del Piano di ripresa, e manca di qualsiasi riferimento di riconversione all’elettrico e all’uso di mezzi di piccole dimensioni; l’aumento delle corse si limita per ora a 4 corse in più su due linee”.

Continuano dicendo che da parte del Comune “ci si vanta dei 61mila chilometri di percorrenza che la ditta offrirà gratuitamente ai cittadini, ma si trascura di precisare che non si tratta di  mera generosità, ma di qualcosa che l’Azienda Larivera è tenuta a fornire, perché, per  subentrare alla ditta vincitrice della gara,  ha dovuto adottarne  il piano, che prevedeva appunto questa offerta”.

Ma affermano che quello che è del tutto inaccettabile è la cessione  ventennale del Parco Comunale, che è un bene comune per eccellenza.

Lo si affida, tuonano al Gruppo consiliare,  ad un privato, con la scusa della “riqualificazione”, consentendo veri e propri abomini, come la costruzione di 300 stalli di parcheggio nell’unico polmone verde della città, facendone così una realtà abnorme, crediamo unica al mondo, un’area verde dove si va con le auto: la negazione di ogni mobilità sostenibile e l’abbattimento inevitabile di chissà quanti alberi.

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