Ludopatia in Molise. Chieste alla Regione azioni celeri

Un’altra scommessa persa, per restare in tema, quella che la Regione Molise avrebbe potuto giocare e vincere, attuando concretamente le azioni per il contrasto al fenomeno della ludopatia che in Molise fa registrare numeri inquietanti. Un tema che ho seguito con particolare attenzione sin dalla scorsa legislatura.

Un rapido excursus dei fatti: il Piano regionale 2017-2018 per la prevenzione, cura e riabilitazione delle patologie connesse alla dipendenza da gioco d’azzardo patologico è stato approvato dalla Giunta Toma il 22 agosto del 2018. Nel gennaio 2019 il Consiglio regionale del Molise ha approvato all’unanimità la mia mozione che impegnava la Giunta regionale a procedere all’identificazione di un logo identificativo “No Slot” , prevedendo la possibilità di coinvolgere gli studenti delle scuole molisane per un concorso di idee. Non solo, la Regione avrebbe dovuto essere il pungolo delle Amministrazioni comunali che, con propri regolamenti, avrebbero dovuto ridurre la diffusione dei luoghi autorizzabili. In più, si sarebbe dovuta mantenere la dotazione finanziaria dei Piani sociali  indispensabile agli interventi contro le ludopatie.

Dal 2016 al 2018 in Molise è andato in fumo un milione di euro, dal 2018 al 2020 – gli ultimi dati disponibili – sono stati raccolti  circa 913 mila euro. Per ‘raccolta’ si intende l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori. Nelle stesso periodo, oltre 230mila euro finiscono nella voce ‘spesa’ che corrisponde alle perdite dei giocatori ed è data dalla differenza tra la raccolta e le vincite.

Davanti a questi dati, le Istituzioni avrebbero il dovere di mettere in campo qualsiasi strumento di contrasto a un fenomeno che troppo spesso sfocia in preoccupante patologia e quindi fare in modo di rendere efficaci gli impegni assunti.