Sempre in lotta il Forum per la difesa della Sanità pubblica in Molise

Non c’è un attimo di pausa per gli aderenti al Forum in difesa della sanità pubblica di qualità in Molise, si muovono in continuazione tra iniziative e riunioni, per attivarsi in una sorta di battaglia impari, affinché vengano rispettate le regole democratiche e i dettami sanciti dalla Costituzione che vogliono tutti i cittadini messi in condizione di ricevere cure adeguate e soprattutto qualitativamente funzionali alle varie patologie che li affliggono.

Così oggi commentano le ultime notizie che arrivano da qualche parte del Paese e che, in vero, potrebbero essere lette perfino nella vicinanza dei territori molisani.

Parlano dei gravi fatti emersi in Basilicata, una regione per alcuni versi in odore di somiglianza con il Molise, fatti che dimostrano come sia necessario il costante monitoraggio delle attività sanitarie sia nell’ambito del pubblico che in quello del privato, ma anche nel rispetto di quella trasparenza tanto invocata dai nuovi governi,  quello nazionale e quello regionale.

Per questo il Forum chiede agli attuali Organi responsabili della Sanità in Molise di procedere con la massima urgenza e celerità agli accertamenti ispettivi che la legge nazionale impone, accertamenti oggi necessari anche riguardo alla vicenda che ha trovato, solo alcuni giorni fa, il percorso di una sentenza del Tar del Lazio, che ha stabilito come il Direttore Generale della Fondazione Giovanni Paolo II, un Ente facente parte del Servizio Sanitario Nazionale ed accreditato presso la Regione Molise, non possieda i requisiti per ricoprire quell’importante incarico.

Intanto, anche in seguito ad un caso, accaduto negli scorsi mesi, di malattia infettiva, diagnosticato dai medici del Veneziale di Isernia su un paziente migrante, trasferito a Salerno perché non aveva trovato posto al Cardarelli, dove il piano di Riorganizzazione Sanitaria Regionale, ora, come è noto, Legge dello Stato, prevede solo due posti per le malattie infettive,  il Forum ritiene e ribadisce che tutti i residenti sul territorio italiano abbiano diritto alle cure, a prescindere dal paese di provenienza e dal colore della pelle.  

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